di Salvo Barbagallo
Sappiamo già quanto è difficile, a volte, mettere insieme un gruppo di amici per una gita fuori porta, pensate un po’ che “organizzazione” è necessaria per portare in piazza centomila giovani, meno giovani ed adolescenti. Questo significativo dato dovrebbe far riflettere quanti sono rimasti fuori dal cerchio magico di piazza San Giovanni a Roma sabato scorso 14 dicembre che ha registrato un en plein di “sardine”. Altro elemento che sarebbe interessante conoscere è se tutte quelle centomila “sardine” sapessero veramente cosa ci stessero a fare in quella piazza, di certo l’argomento dei più “impegnati” era quello di prendersela con Matteo Salvini, notando anche cartelli che di “civile” avevano ben poco e di “democrazia” ancora meno.
Tutti giovani romani nella piazza della Capitale (?) Italiana? Quante migliaia di ragazzi sono stati portati lì con mezzi extraurbani? Mezzi “pagati”da chi?
Questi indicati con l’interrogativo sono i fattori che possono considerarsi più “superficiali” nell’analisi di quello che, comunemente, viene definito un “fenomeno”, quale è appunto considerato (sempre superficialmente) quello delle “sardine”.
Se non si è troppo sprovveduti, è notorio che le attività di “intelligence” dei Servizi segreti (ufficiali o privati) di un Paese si avvalgono di personale altamente specializzato e di strumenti altrettanto altamente sofisticati per studiare “no stop” le condizioni socio-politiche-economiche della collettività nazionale e, spesso, anche internazionale. Quasi sempre “fenomeni” da applicare “praticamente” a seconda delle necessità vengono studiati a tavolino. Spesso gli “scenari” nei quali le collettività vivono non sono “naturali” ma creati ad hoc.
A scanso di equivoci, con queste riflessioni, non intendiamo evocare il fantasma del “complottismo”: intendiamo più semplicemente esaminare ciò che accade con raziocinio, non potendo evidentemente risalire ad una “origine certa” di ciò che si verifica e dei fatti/eventi che veniamo a conoscenza attraverso l’amplificazione (uso sfrenato e pilotato?) dei mass media che, da un capo all’altro dei Continenti, quotidianamente propongono come “verità assolute”.
Lo scorso anno un interessante corso di alta formazione, promosso dall’Istituto Gino Germani di Scienze Sociali e Studi Strategici e dalla Società Geografica Italiana, sotto l’insegna “Humint” (attività di intelligence consistente nella raccolta di informazioni per mezzo di contatti interpersonali, e come tale si contrappone ad altri canali informativi più “tecnologici”) mise in evidenza che un elemento centrale delle tecniche di HUMINT è la manipolazione psicologica del target, sottolineando che le operazioni HUMINT spesso pongono delicati problemi di natura etica e morale, oltre a comportare rischi di vario tipo, come la contro-manipolazione e l’intossicazione” dell’agenzia di intelligence da parte della fonte . Questo citato è soltanto un esempio per far comprendere come al di là della cosiddetta “vita comune” ci siano condizioni che facilmente possono sfuggire all’attenzione di un individuo “normale” (soprattutto se in giovane età), e che è altrettanto facile cadere in un “qualsiasi” tipo di manipolazione.
D’altra parte (molto pedissequamente e storicamente) basterebbe riportare alla memoria l’Agit-Prop di marca sovietica il cui scopo era di spingere le persone ad agire in maniera conforme alle progettualità d’azione dei dirigenti sovietici non solo nei territori dell’URSS, ma soprattutto nei Paesi europei con particolare predilezione dell’Italia. I risultati nefasti si sono visti negli Anni di piombo.
Ripercorrendo la strada del “comprensibile”, appare evidente che per mettere in moto meccanismi di presunta “manipolazione” come quella che è sotto gli occhi di chi non capisce, occorre molta, molta moneta: sarebbe da chiedersi chi è che ha messo mano al portafoglio, e quale obbiettivo intende raggiungere. Un risultato (ma questo potrebbe essere soltanto un “aspetto”) è portare la “destabilizzazione” in una collettività nazionale.
Manipolazione dei giovani per destabilizzare?
Nella realtà d’oggi l’uso dei giovani appare esigenza primaria, dal momento che i “meno giovani” da tempo hanno perduto credibilità.
Ecco, allora, il “fenomeno” Greta Thunberg (oggi 16 anni) che parte da Stoccolma per essere riversato un po’ ovunque sul tema climatico, ancor prima Joshua Wong a Hong Kong leader del Movimento degli ombrelli già dal 2014 (quando aveva 19 anni), e ora in Italia Mattia Santori leader del Movimento delle Sardine, il più anziano (ma con una faccia da ragazzo) dei “capi” con i suoi 32 anni.
Vorremmo che qualcuno spiegasse come un “movimento”, quello delle “Sardine”, nato ufficialmente a Bologna il 14 novembre scorso per protestare contro Matteo Salvini, in appena un mese sia stato in grado di convogliare a Roma centomila persone! Non ci sono riusciti neanche i sindacati nei loro momenti più aurei!
La nostra opinione (ed è soltanto una opinione) è che per ottenere simili risultati sono necessari fior di quattrini. Tanti, tanti quattrini…
Caro salvo mi hai letto nel pensiero le tue riflessioni combaciano con le mie, sicuramente qualcosa lega le nostre menti, grazie per aver pubblicato l’articolo. Un abbraccio.